Julien Levy

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Julien Levy (disambigua).

Julien Levy (New York, 22 gennaio 1906 – New Haven, 10 febbraio 1981) è stato un mercante d'arte e docente statunitense. Come gallerista fondò la galleria omonima a New York, che negli anni trenta e quaranta del Novecento aprì le porte al surrealismo, agli artisti d'avanguardia e alla fotografia contemporanea negli Stati Uniti.[1]

Biografia

Figlio di Isabelle Isaacs e di Edgar A. Levy, Julien studiò amministrazione museale a Harvard con Paul J. Sachs, ma si ritirò dagli studi senza condurli a termine[2] per recarsi in nave a Parigi, dove fece amicizia con Man Ray, Marcel Duchamp e Berenice Abbott. Grazie a quest'ultima venne in possesso di parte dell’archivio personale di Eugène Atget. A Parigi conobbe anche la futura prima moglie, Joella Haweis, figlia dell’artista e scrittrice Mina Loy, con cui ebbe tre figli; in seguito Levy si sposò altre due volte: con Muriel Streeter e poi con Jean Farley.[2]

Tornato a New York, Levy lavorò per breve tempo presso la galleria Weyhe prima di inaugurare nel 1931 la propria galleria, sita al 602 di Madison Avenue. Concentrandosi inizialmente sulla fotografia, espose i lavori più importanti di Man Ray, presentò Henri Cartier-Bresson al pubblico statunitense e lanciò molti artisti europei e americani, fra cui Alfred Stieglitz e Waker Evans.

Il 29 gennaio 1932 inaugurò una mostra surrealista che contribuì alla prima diffusione del surrealismo parigino a New York, con le opere di Pablo Picasso, Max Ernst, Joseph Cornell, Marcel Duchamp e La persistenza della memoria di Salvador Dalí, dipinto che Levy aveva acquistato. Anche il film Un chien andalou - Un cane andaluso venne proiettato per la prima volta negli Stati Uniti nella galleria Levy.[3] Nel 1933 ebbe luogo la prima esposizione della fotografa Lee Miller[4] e nel 1934 vennero mostrate le sculture di Alberto Giacometti.[5]

Nel 1937 la galleria venne trasferita al 15 della East 57th Street, dove Levy espose la prima mostra personale di Frida Kahlo, dal 1° al 15 novembre 1938.[6] Dal 1943 al 1949 la galleria si trovava al n. 42 della stessa strada. Nel 1945 Arshile Gorky vi tenne la sua prima mostra personale, successiva all'esposizione dei lavori di Dorothea Tanning, allestita nel 1944.

Una volta chiusa la galleria, Levy insegnò presso il Sarah Lawrence College e la State University of New York at Purchase. Fu autore di varie monografie, fra cui Memoir of an Art Gallery e Surrealism.

In occasione della morte, avvenuta nel febbraio del 1981, il New York Times rese omaggio a Levy quale scopritore di talenti.[5] Nel 2006, per celebrarne il centenario della nascita, il Philadelphia Museum of Art organizzò una retrospettiva dei fotografi che avevano esposto presso la sua galleria.[7]

Note

  1. ^ Ove non diversamente indicato in nota, le informazioni sono tratte da Schaffner & Jacobs.
  2. ^ a b PMA.
  3. ^ Sidney, p. 86.
  4. ^ Conekin.
  5. ^ a b Glueck.
  6. ^ MoMA.
  7. ^ Honickman Foundation.

Bibliografia

  • (EN) Janis Sidney, Abstract & Surrealist Art in America, New York, Reynal & Hitchcock, 1944, ISBN 978-0-405-00729-3, OCLC 1183922.
  • (EN) Grace Glueck, Julien Levy, an art dealer, dies; first to show Cornell, Giacometti, in The New York Times, New York, The New York Times Company, 11 febbraio 1981. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  • (EN) Ingrid Schaffner e Lisa Jacobs (a cura di), Julien Levy : portrait of an art gallery, Cambridge, Mass., MIT Press, 1998, ISBN 978-0-262-19412-9, LCCN 98015690, OCLC 441729304.
  • (EN) Becky E. Conekin, Lee Miller: Model, Photographer, and War Correspondent in Vogue, 1927-1953, in Fashion Theory: The Journal of Dress, Body & Culture, vol. 10, n. 1/2, London, Berg, marzo 2006, pp. 97 segg., ISSN 1751-7419 (WC · ACNP), OCLC 822202811.
  • (EN) Christiana Dobrzynski Grippe e Jenna Marrone, Julien Levy Gallery records, su dla.library.upenn.edu, Philadelphia Museum of Art Archives, 23 giugno 2008. URL consultato il 25 gennaio 2019.
  • (EN) Veronica Roberts, A Close Look: Frida Kahlo’s Fulang-Chang and I, su moma.org, The Museum of Modern Art, New York, 3 dicembre 2009. URL consultato il 25 gennaio 2019.
  • (EN) Julien Levy, su honickmanfoundation.org, The Honickman Foundation. URL consultato il 29 gennaio 2019.

Collegamenti esterni

  • (EN) Berenice Abbott, Julien Levy,1927 (foto di Julien Levy al MET), su metmuseum.org, The Metropolitan Museum of Art. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  • (EN) Risorse bibliotecarie su Julien Levy: tua biblioteca (se impostata) · altre biblioteche Modifica su Wikidata
  • (EN) Risorse bibliotecarie con autore Julien Levy: tua biblioteca (se impostata) · altre biblioteche Modifica su Wikidata
Controllo di autoritàVIAF (EN) 207501217 · ISNI (EN) 0000 0001 3922 5918 · ULAN (EN) 500466094 · LCCN (EN) n50049139 · GND (DE) 120996308 · BNE (ES) XX5498927 (data) · BNF (FR) cb12012749d (data) · J9U (ENHE) 987007264534105171
  Portale Arte
  Portale Biografie